Caldo afoso luglio
il respiro e la speranza si diradano
e i miei occhi si rattristano.
Guardo e perdo parte del cielo,
mentre l’infanzia cade bruscamente
tra paesaggi d’incanto e sorrisi di miele.
Piange la Terra, il presente, gli Oceani,
fino a raggiungere l’immensa nostalgia
di un futuro che mai fu.
Lenta agonia ti ha reso duna che scompare,
ah splendido abbraccio a me familiare.
M’insegnasti il coraggio,
la bellezza, l’armonia,
la saggezza di lasciare andare.
Donna sei vita.
Il tuo stanco battito
quieto giunge alla pace
di un volto placido e amato.
Il male Γ¨ passato
che come un’ombra ricopre le mie carezze.
Quanto amaro dispiacere ripiega sul nostro tempo.
Lasciati rimirare ancora una volta,
che io non ho voglia di salutarti,
mentre le mie mani giΓ ti lasciano
in questa impalpabile pena.
Dolce feconda madre,
indugio nel distacco
e inganno il mio cuore,
perchΓ© giΓ non ci sei piΓΉ.
Quello che sei ora
à il brillìo della memoria.