Puntini saltellanti,
ebbri di squisitezze
marmoree
e vicissitudini d’acqua,
il sole balenava
gli ultimi indecisi
sobbalzi nascosti,
sospeso dietro
croci in ferro
e palazzi della diplomazia.
Un negligente susseguirsi
di vibranti embrioni
e pietre consacrate
ad antichi amori,
che giacciono
inabissati tra anemoni
e alghe stropicciate.
Occhi curiosi sovente
sul fianco dello scrittore
che rischiara
dì senza storia,
coniando sigilli
di forgiate carezze
e triviali apparizioni,
votate al fruscio primaverile
dei prati lievemente stemperati
del grande Nord.
L’irriverente cinguettìo
riponeva i vecchi
irrazionali dissapori
belligeranti
nel doveroso ripostiglio,
soffitte polverose
e formiche dedite
al grande incarico ripetitivo.
E immersa
negli scrittoi delle possibilità
che fluirono,
scandirono nuovi ticchettìi
e ruscelli tormentati.
Spezzate le radici
del fato,
in direzione della prua
la notte assopita,
congolante,
d’incanti le nuove rotte.
Oh Navigante
senza amor che attende,
la scia che porti
d’uomo e nuove stelle
sottintende.