Un petalo di commozione
risaliva gli argini
tornando sabbia
catturata tra le mani,
alla fonte
di cui si osa tacere
e si suole mormorare.
Crocevia di frammenti spezzati,
sipari e proscenio in attesa
di atti muti e ciechi,
rimase un’insolita
pace smunta di fragore
sopra pietre di turbolenze.
Oltre il fogliame solingo
delle ottobrate romane
non si destΓ² che suonΒ di lira,
alle pendici di larici
che stringono proteggendo
minute segrete e altipiani
spolverati di lucente sfolgorìo.
RagionΒ s’invoca per un cammino.
Cadenzavano i passi
per fiorire in nuovi aliti di terra
e fazzoletti da lanciare
in aeroplani di speranze,
di nuove spoglie
nettare letale
e sic dolce succo
di mirabilia.
Ritrovai le lentiggini
e il mare che non conobbe fatica,
ceruleo d’infanzia
perduta o rubata.
Ancora sovente
che fu del brutal battito
che perturba,
nebbia d’Oltralpe
quel che resta
su carboni sfuocati
e giΓ umidi.
Un lilium corre nel vento.