Briose soffici malinconie di aghi di pino,
misteriosi fili
rammendavano
viottoli incorniciati
da carezzevoli premure.
Voluttuosi sguardi
di melograni
e striature di tensioni emotive
malconci,
negli abissi
del solerte muto volo
soleggiava la tua ombra,
imperiale
e planare,
furon grida di giustizia
e libertΓ
le fiamme ardevan
rivolgendo pilastri
di pietre dure,
spazzando timori
indegni
di sì pretestuose
infinitesimali
frivolezze.
Attesi e disattesi
il tuo volger
alla fermata,
i brillii delle albe
invernali
cristallizzavan
i baci degli amanti,
divisi,
susseguiron
lucenti patine
su retine di ghiaccio,
l’imperversareΒ di mari d’Oriente.
Le foglie sibilavan
di nuovi inverni.