Le pietre calzanti
di carovane
in viaggio
sottindendevano
la variabile piovana
d’intersezione soffiata
fra i rovi
agitati di Grecale,
roccaforte in battere e levare
dei nostri solstizi magmatici.
Crespature rifrangevano
lo scrigno di un volto,
sale che leviga
le bruciature
sollevate dallo spruzzo
d’eterno fiorir,
sbiadita sensazioneΒ di menta
accatastata
tra le facezie del sospinto
assente.
Frattanto un frastuono
di memoria a guazzo
intarsiata
dimorΓ²
sull’insipidaΒ recinzione
ove solevo volgere
il respiro filtrato
nelle interminabili ore
di luce soffusa.
Impossibilitata da catene
di futilitΓ
mirai l’angolazioneΒ complice
impressa su alte pareti,
sino all’istante rappreso
d’inquietitudini lignee,
pressante esposizione lunare
o convinzione di travagliate
appartenenze,
sedando il coraggio
su pallide flebili
speranze,
rimase l’irraggiungibile veritΓ
schiacciata da volatili
illusorie moribonde
menzogne
giunte nei luoghi del non senso.
Fantasmi.