Sovente gli anni impietosi
del nostro amor
marchiarono plumbei
anticieli vischiosi
d’ipocrite presenze
mascherate di timori e moine.
Distanti futuri possibili,
amanti e dissapori
dallo stesso insipido sapor.
Di nuovo notte
di blande speranze,
fragile quiete
dove niente più appartiene
se non il vivido
spezzarsi di solari sorsi
di sorrisi
e lacrime ad asciugare
il vento tra le dita.
Disagevole cappio oscuro
attorno alla vita,
oltre il confine
i mari e gli albori
gli attimi cessarono
il battito.
Le primule appassivano
un nuovo autunno
su arenili di cicli stagionali,
in dono le superflue carezze
sulla cresta dell’onda
temerario fisso lo sguardo.
Cristalli di luna rinfrancavano
la dimenticata isola
inesistente e strappata
con veemenza a
maree sbadate.
Distrattamente si lasciano
morse allo stomaco
dall’altro filo del mondo.
Incontrerai nuovi occhi
su cui attraversare il nettare
glaciale dell’avvolgente miracolo
brio di vita.
Lo spirito dal mantello nero depose
i giorni vibranti di calde
stelle votate a piume di speme
e note voluttuose
sospese tra melodie supine,
origine di libere sfumature
irrisolte.
29 Agosto 2009.