Sulla scia
di contorni proibiti
immersi in simboliche
frequentazioni ardite,
mi dilettavo
in inquietudini
dense del tuo respiro
d’agrumi.
Persino le forme
tentarono
il fatal sìbilo,
briglie da cui
irridono
labili veritΓ
per restituire
il profondo riflesso
al provvisorio.
Proseguii assottigliata
da una miriade
di presupposti concitati,
velatureΒ scostanti
nelle colline
impregnate
di luce diafana,
oh prediletto
che sa prendersi
grazia.
Al grande incontro
con il passato,
l’invisibile
si diede al visibile,
folgorato da ossequiosa
monumentalitΓ ,
d’aberrazioni
anguste
una zolletta
intimamente
diffondeva
sottili curve
alla tazza da tΓ©.
Tetti indaco
che staccano
dall’antica voce
del mare meridionale cobalto
e fogliame pezzato di rubino,
dialogavano
con l’immagine fluttuante
d’atavica purezza,
rannicchiata nei nostri ricordi.