Quale amore
può insegnarti
la sua fine
prima di lasciar
vivere il nuovo
inizio.
Quale avido
sentimento
può vedere
il tonfo
della tua caduta.
Quale donna
potrà mai accettare
la condizione
delle lacerazioni
vive e delle catene?
A quali ali
impedire
di volare
per la causa
dell’ingorda avidità?
L’essere in volo
ovunque.
Sarà preferito
dunque il silenzio.
Il soffice vuoto,
lasciarsi andare
della neve
in una landa desolata.
La pura verità
ad un’ignobile
inudibile menzogna.
Solo il vento rimane.
Che copre i lamenti
soffocati di una vita
di ali deturpate
e grida spezzate.
E va.
Impetuoso vivido
illudendo la presenza
che già é altrove.
Ulula di mari in burrasca,
quieta l’inizio del cosmo
che ci flagella incessantemente.
Istanti sospesi di pace
di distanze
che ardono in petto.
Voci silenziose a dar
luce ai visibili campanelli
sibilanti.
Solo il vento sfugge
a chi resta.