Sono sola .. il tutto circonda, diverte. Reattiva, e la solitidine é virtù, non panico interiore.
Una decisione poi cosa é: stare con l’essere. Chiudo gli occhi e godo di mondi immaginari e fantasie imprevedibili. La mia testa é leggera, neanche più una preoccupazione o un blocco di ricordi maturi. Razionalità distante calcolata .. quasi debba appartenere ad una piccola scatola chiusa, la non appartenenza stimata.
Mi affaccio sul mondo: il calore donato luce piacevolmente fonde colori cerulei quasi a sfumare l’orizzonte sconfinato. Fantasia che riesce a stabilizzare colori oramai perduti. Il quotidiano é estremamente facile, troppo per chi naviga profondi oceani.
Sento flussi di vita nelle minuscole arterie, respiro lentamente la brezza che carezza il mio volto rilassato. Alzarsi e camminare, oltre la staccionata mi attenda il sobrio e cortese Mar Tirreno. Ad un passo dal cielo, volo verso verso l’orizzonte irraggiungibile, verso l’oceano perdutamente non dimenticato .. Non un dolore, non una ferita, una sospensione eterna di istanti di fuoco emozionale, scintille di un vissuto, ferma speranza.
Incontro un gabbiano: passato e futuro si intersecano davanti gli occhi di una donna ridenti, in quel limbo di immensità che rende ogni uomno così minuto ed infinitesimale che .. rido scioccamente poiché divinità mica siam. Qualcuno richiama la mia attenzione, l’atteso momento di magia e suspence, se vi fosse una colonna sonora sarebbe suonata in quarta, il quadro é completo per lo scatto.
Elevazione e benessere, arte e psiche. Saluto il gabbiano, non crede sia una buona idea cimentarsi oltre il conoscibile, qualcuno ci lasciò le penne. La terra é quel punto fissato nella sua testa, poi per seguire chi?
Soppraggiunge con dolce malinconia il crepuscolo, l’oscurità cela la ricerca di una luce superiore, non posso arrestarmi proprio ora signor gabbiano, non ti odo più fossi stato risucchiato dalla tua stessa monotonia? Sorriso sussultato per la stravagante biologia di uno sguardo supplichevole proiettato verso l’orizzonte relativo, per chi di ali ne ha per volare. Che un limite rivelato sia il volo.
Lasciamoci rappacificare con la vita vegetale di un campo. Credo di aver perduto questo istinto di florida vita terrestre, posso solo udire suoni di parole che si perdone nella guerra dei venti. Ora una nuvola dà riflessi lucenti e bagliore di un giorno nuovo, continuo il mio volo alla volta di un Samurai, intento nei suoi costrutti mentali.
Mi aspettava.
Allora vuol dire che la direzione é possibile. Ma quando posso fermarmi? So dove andare, ma é complicato non perdersi ..
La guerra non ammette pace se non alla fine. Cosa é poi la fine, una meta o cosa. Saprei consigliarti pazienza e ne vincerai in esperienza. La curiosità va alimentata.
Il sole sta tramontando e lassù c’é una cima apparentemente così inaccessibilie. La visuale sarà sicuramente diversa e potrò raggiugere il sole. Perché non vieni? Sei forse anche tu un gabbiano? Alimento, fine e meta non coincidono?
Non sono un guerriero, ma un detentore di principi.
Pace, rassegnazione, adattamento?
Ognuno d’altronde ha una meta.
Faccio cenno. Vorrà una stretta di mano in fondo? Già mi sarebbe mancato. Mi volto e vado in direzione del monte innevato, un forte magnetismo, un ‘energia positiva incredibilmente mi attrae. Dietro lacrime silenziose rigano il volto del Samurai in un passato ormai privo di suono e tempo.
La cima del monte: grido, torna il colore del suono, improvvisamente un eco mi carezza d’indicibili gesta. Dalla tasca dei pantaloni esce una foto, quasi a voler curiosare anche lei: Guincho. Mi aspetta, si sta facendo tardi, sono rigenerata da un luogo e luce così inaspettatamente avvolgenti, da esperienze contrastanti. Guardo il sole: in un istante risulta tutto più chiaro, sempre più in alto, sempre più lontano. Avevo sempre immaginato la realtà. Non svegliatemi. Oggi ho realizzato un sogno. Alle spalle l’Oceano, di una nobile semplicità.