Purpuree nottate
al pallore gitano
dieresis alati
di ricerche speziate,
sconsiderati
abbeverammo
le membra assopite
arrestandoci
alle origini della sorgente
di vita
per lenire le virtΓΉ
indifese.
Di soppiatto le radure
colmarono
la tempesta in agguato,
le ombre sul giaciglio
lievitarono in plumbei
riverberi d’acciaio
e stretto cordame
per non incomodare
la dipartita della libertΓ ,
svenevoli chiazze
d’ossessionate remore
composte
in discrezioni recintate.
Il tempo rese
le veritΓ convergenti
al confine dei cieli
ove la condensa
sulle vele dei sensi
risaliva
espandendosi fittamente
in fumoseΒ opacitΓ ,
esortasti incalzando
l’andatura trascinata
svuotata dello slancio
fecondo,
scariche elettromagnetiche
terse rumoreggianti
sulle labbra,
dove l’innocenza
prende coraggio
e s’ammala d’amor.