Un treno sbuffante
a largo
d’immaginazioni
e campi di girasole,
volute di dolori
tra serenate amicizie remote,
d’amor donato
a piedi adagiati
su terre di libertΓ .
Nuda.
Il sottil ricamo
d’infestanti
rifuggendo
in risa sgretolate e corse,
giochi perturbanti
di erotiche pericolose
vicinanze.
Promiscui.
Una spiga fra ondulati
capricci,
quel nostro insensato
incendiare l’attesa
in disordinate movenze,
di grazia laconica
sfiorandoti la schiena.
M’innamorerΓ²
di ribelli istanti
sprofondando
di consolanti esitazioni.
La voce si opacizza,
spezzata di chimere
e solitudini dilatate,
di troppo oblìo
il sapore dell’ululato.
Bagnando lettere rese pezzetti
di vita,
la preghiera
di lasciarti andare.
Prove d’onor
o di sofferenti,
delle anime solerti
vagano
le mani trattenendo
lo spazio perduto.
Dalle grate
i segni della neve
che depose
lo scorso inverno siberiano.
Assaporando la felicitΓ
a occhi spremuti
di gocce di veritΓ .