Rotolano macigni
sui sensi assopiti
abbandonati alla solenne
rassegna del circense
nonsenso
vestito di festa.
Ripetute angolazioni
di perenni iceberg
disciolti,
il caro prezzo
di aver sfiorato
l’essenza della vera
amabile tenerezza.
Lame stregate
da una brezza marina,
rivolsi il viso a cercare
la freschezza di una delicata
pioggerellina.
Scivolano via. Gocce.
Siamo che semplici
codici genetici
di attimi animaleschi.
Moltitudini a non
aver compreso
l’amorevole crescita,
piombi che ammutoliscono
amare connessioni
d’infanzie mai nate.
Di nuovo il brillìo scostante
di glaciali stanze
ed erranti silenzi.
Tempi infiniti
disattesi.
Inaccettabile scambio.