Si disse di lui
che l’avesse cercata
sull’uscio di un ricordo
ostinato,
aggrappato alle notti
che toglievano
autoritΓ alla luce.
Lei ascoltΓ² confusa
il segno sul cuore
saldo nei giorni
che si susseguivano,
insistente il suono
del nome dell’amato.
Smarrì i contorni
incontenibili
delle armoniose sensazioni
in un dignitoso contegno
struggente,
di sibilante speranza
si vestì nelle albe
amare
per far ritorno
all’inafferrabile.
Su candida innocenza
il destino consumava
il duro disincanto
lasciando insorgere una patina
salata che scivolava
verso gli abissi.
Una scelta avrebbe
seccato i germogli
del misterioso
oltreoceano,
la dannazione
dell’amor sacro.
IntrecciΓ² i nodi
erranti dell’eternitΓ ,
l’infinito si destΓ²
in un vortice perpetuo
di carte e parole
ricostruite distrattamente,
ahi per mia natura
febbrile
l’eresia vivente
fino all’estremaΒ linfa
di cui caricheremo
l’attesa sovraesposta
tra vapori incalzanti.
Sino a risalire
la superficie
dell’illusorio,
astratta indeterminazione
di uno spirito
che brucia.