Ai quattro angoli
del mondo
conducevamo
l’ingresso
in stazione,
liberati
da prepotenti
imballaggi a seguito.
Mi voltai
apprezzando
l’incarnato
ondulato
intensamente familiare,
sorse sensibilmente
la sete di acque
preziose
da labbra
incandescenti,
vivo splendore
di spontanea sacralitΓ .
Indugi pacati
su accentuati
contrasti,
perdonasti
l’amore arresosi
ad orribili costumi
sedendoti
di beatitudine
indecente.
Un mazzo di corolle di fiori
gettato in pasto
al molo di un tramonto
d’autunno,
abiti distanti arruffati
e le corse
sotto grandi cieli
tormentati
da nuvole placide.
Veli nudi di colore
richiamavano
i versi abbozzati
di luce filtrata
su fogliame boschivo,
pronunciando ombre
spinose
e vivaci odori di muschi.
Una brezza di canto
ricca d’enigmi,
sfoglio le tue carni,
impressioni posate
tra le dita
avvolteΒ d’amor.