Ricostruire su macigni,
tegole distolte
da una rancorosa gramigna
e strabilianti sevizie,
adagio il soave suono
di un’arpa
allietava orchi e fauci,
distesa il cielo navigava
nei bluette e bianchi
succulenti,
luce da Oriente
per scaldare
grecali d’autunno.
S’interruppe perfino
il profumo degli ingranaggi,
note perse a stordire
i tratti dell’onnisciente
sagoma incorporea
al proprio fianco,
guglie nell’etere
dell’inconsistente illusione
piΓΉ dolorosa
di una pudica rivelazione.
Steli d’erba,
assenze bisbigliate,
sorbetti di solstizio.