Ti persi nel corso
bizzarro
accennato di sanguigna
e grafite,
solitario amore
nel vagabondo
immaginario
affollato di stelle
e disgiunzioni
dolenti di materia
artefatta,
azzurra corallo bianca.
Inconsuete passioni
di perfette composizioni,
il tramonto ci avvolse
sorretto da iperboli
mancate
e dita sfiorate,
vigliacche.
Eleganza in punta di piedi,
campeggiava una velata
coscienza spirituale
carica
d’abbandoni
trascinati su vetri
e fragole,
noi intenti a dimenticare
dell’aviditΓ
priva di contenuti.
Rimase polvere.
Amanti del mare
in pose cesellate,
transitorie imperfezioni
levigate in allusioni,
carnali,
quasi scompare
la cicatrice
agonizzante
di cupe veritΓ
trasformate
in puro amore,
minute cornici
intessute di macchie
di colore
fra la pioggia d’ori
al tatto vellutata.
Il non finito nell’infinito,
disattende il nuovo giorno rifinito.
FamiliareΒ garbo cinse
la tua lucente ombra.