Accatastati i pensieri morbosi
estenuanti
in geometrie lignee
su grana grossa
filtri passaporti,
acute sestine di pianoforte
colmanti l’aria rarefatta
d’illusioni ottiche
prismatiche,
scissioni di luci
in prepotenti colori.
Lembi di dune bianche
sabbiose,
bagnasciuga a perdifiato,
un tuffo vigoroso
in calde correnti saline
a ricordar la nostra linfa,
carezzate da tramonti
e flauti traversi solitari.
Schiumose veritΓ
e giocosi delfini,
claudicante il suono cadenzato
riprendeΒ il passo
ritmando
orchestre di balene
testuggini marine
lΓ dove l’orizzonte
disperde e confonde i sensi
per lasciar viltΓ
e capitani dirottati
tra cantici esotici
e maestrali di non ritorno.
GiacchΓ© fu l’ultimo bacio,
accorato rimorso
di un copione sfumato,
il mare trascinerΓ
perle rare
gettate nell’Oceano,
sprofondate negli abissi
di fantasmi relitti,
a cantar il peregrinare
negli Oceani mai visitati,
di un nostalgico passato
mai udito.
Ci faremo carico
dell’oblΓ¬o blu.