Spiegavamo le vele
di iuta
prigionieri
svuotati del primitivo
desiderio arenato
all’orizzonte.
Di fronte apertureΒ alari
descrivevo la gran volta
a crociera,
fervevi supponendo
le manovre
gentilmenteΒ adagiate
su nereΒ scie di sabbia.
In anticipo sulle picchiate
e accecanti evoluzioni,
immemore di cento anni
scolpiti su laterizi,
reietti fummo tra inascoltate
solenni superfici
e muovevamo aspirazioni
di libertΓ
apprendendone
l’esilio,
fra prue sconnesse
e lievi sfioramenti
in parole prossime
alle struggenti labbra.
Un barlume di luce
raggiunse attimo
dopo istante
l’incrocio delle nostre
affusolate mani,
pretesa infinita
in giardini curati,
tremolii.
Amor insegnami.