Balena il fulgido
impeto concitato,
oh noi,
straniera in patria,
questiono,
preda dei venti
dalle quattro distanze,
allevia il canto moribondo
del vecchio pennino
e gasolio rarefatto,
in stanze decostruite,
molteplici piani
ombre a scandire
il tempismo
di fuggenti
fragili secondi.
I love you.
I ghiacci emersero,
iceberg divisero,
i mari caldi d’Oriente
su vie speziate.
Promesse sussurrate
e lettere disattese,
pugno di polvere
e luna a dar vita
ad immutabili
cicli dello strazio.
Camminatore di mari
e cercatore di tesori,
del tuo porto il sacro ritorno.
Vivremo dell’infinito
nelle nostre passioni.