Sulla roccia cullati
fra le onde
di una tazza di thΓ©,
ascolto l’andatura
di dolciastri passati
franchi presagi,
sbuffii poggiati
su circolari bordi
dal tiepido sapore.
Il destino severo
contempla
un’irta vetta,
miope sopraggiungerΓ
il caos,
pioggerella di mare
su desolate pianure
stringono terse giornate
fra malinconiche viuzze.
InutilitΓ vacue terrene.
Non la paura,
non il conforto dell’amore,
ma il moto di libertΓ
fosse l’ultimo tempio
ad imbracciare la spada
del silenzio
fattosi slancio
di miraggi fermi
in stazione.
SoffiΓ² sul lume
il respiro della vita,
cala il buio
e la sedia solcΓ²
mutevoli tempi
che furono.
I pini intirizziti sorridono
ai nuovi amori,
e danzano con nuove esili creature
in ombre di carta.
L’oscuritΓ della vittoria alata.