Intermittenze glaciali
nell’arido circo
di cadaveri viventi
che giacciono
di sordide veglie
al calar della vita.
Il cosmo dai contorni
fatalmente sbiaditi
accarezza le nostre
pelli dal passato
sapore di sabbie
di mari caldi
e spazi infiniti,
lo spirito abilmente
si ricongiunge all’armonia
della natura forma.
Alberi dalle radici
all’aere in un’unica
ciclica sinusoide,
moti perenni di antiche
usanze e leggi di natura
dal liquido fluire
lento e conciso.
Quali limiti imporre
dal nostro vile ego.
[A mio padre.]