– Rimandi o rimanere –
Mai dividere due amanti:
รจ peccato mortale.
Tornerai?
Fiocchi di neve sospesi docilmente avvolgevano di silenzi ripidi e cristallizzati i due amanti, da cornice la caffetteria che svogliatamente accompagnava le insegne fluorescenti della vallata isolata.
Racchiuse le sue mani in un soffio di bacio, decise di volteggiare sopra le righe di una risposta incerta. Il dubbio fu ghiaccio.
Sospirรฒ il viaggio di sola andata.
Sรฌ.
La nuca giร scorreva distanze che risuonavano di vento, ore, anni, e il vento dietro sรจ lasciava torbide foschie di memoria. Un macigno li rivestiva di letargica pressione e si convinse che nel fondo la ragione avrebbe trovato una chiave immortale, anzichรจ sospendersi in un quotidiano sgretolarsi dโargilla.
Cominciavano ad affacciarsi inquietitudini rumorose, dopodichรจ voltรฒ le spalle alla terra dove in punta di piedi lasciรฒ impronte di bosco. Volti gentili, lepri e scoiattoli, marmotte e un dolce segreto, dinnanzi un volo dalle piume nere e lame che falciavano la preziosa speranza.
Il regno dellโoltretomba impartiva scelte di vanitร .
Le ore dipanavano giorni fra dogane e bagagli da tener dโocchio, gli scali svuotavano la mente ripiegata su insonni distrazioni, lโultimo imbarco appesantiva gli occhi costipati e lo stomaco serrato di affilati malumori.
Cecile tentรฒ il riposo su di una precaria sedia, gli affanni si moltiplicavano e optรฒ per un pasto leggero a base di verdure e frutta, placando i sensi vacillanti e una nausea densa dโinferni ritrovati.
Mai fu tanto sofferto il ritorno nelle lande tremolanti di disagi che sโinerpicavano in apnea fra la polvere. Fu allora che dimenticรฒ dove fosse la sua vera casa. Improvvisamente rovistรฒ nel suo matrimonio a rotoli, una dimora dโinfanzia, o dove non poteva rimanere. Ripose le giornate di miele e cannella allโinterno di una credenza ornata di pregiate tessere in giada bianca, e di tanto in tanto respirava nellโoscuritร lโamara roccaforte dellโinafferrabile impermanenza di odori. Vedute muschiate condite di promesse acerbe gridavano nel petto, e rivoli di seta e sale solcavano i duri lineamenti del volto della realtร , effluvi velati di umanitร . Rifletteva sulle pozzanghere i grattacieli capovolti nelle giornate di pioggia, e dโincanto perse in sรจ qualsiasi senso dโappartenenza a luoghi e facce immutabili, la sua testa vacillava nuovamente tra analisi e distorsioni. I mesi a seguire congelarono un impassibile distacco , radicalizzando la spietatezza di canti sommessi e irrazionali desideri.
Cecile! Cecile!
Riconobbe il taglio di voce che proveniva dal parapetto trasparente dellโaeroporto, stava per varcare la soglia in cui la civiltร riprende il suo ritmo ossessivo. Quanti amori negli aeroporti, quante chimere distrutte nelle dogane!, sbuffava. Unโonda anomala era in procinto dโinghiottirla. Con lโultimo aereo sfumรฒ lโultimo domicilio, tra i boschi e le grandi strade della contemporaneitร che sfociavano nel lago delle due Americhe, lato canadese.
Vite traghettate al macello, una via lastricata di spine portava verso il grande cancello dellโindolenza e anarchica decadenza. Cecile esalรฒ lโultima supplica di libertร .
I.
Dalle fessure districavano i primi raggi di vita, una luce carica risvegliava pigramente Cecile da una notte di peregrinazioni agitate.
Nel metrรฒ si scambiarono un talloncino di carta spesso e da lรฌ a poco sarebbero riusciti a rivedersi. Arthur era un uomo visibilmente intelligente, sembravano conoscersi da tempo sebbene il loro primo scambio di sguardi fu un incontro tra orsi selvatici ben consci del proprio territorio da difendere.
Cecile portava con sรจ sempre una bottiglia di buon caos, in bilico tra i brividi del presente e le stelle mirabolanti del futuro, unโaria rarefatta di emozioni latenti e uragani in procinto di esplodere. Fu uno scontro tra sottili graffi intellettuali sottopelle, una brezza tiepida nelle sconfinate tundre del nord.
Tratteneva parole fra i denti serrati ponendo un gentile distacco, memore delle disgrazie di menti deboli che calpestano violette autunnali impregnate di aromi.
– Mary Fagioli –